mercoledì 17 giugno 2009

L'uomo normale...chi è costui?


L'uomo normale...ogni volta che colleghiamo a noi stessi il termine "normale" sentiamo un tuffo dentro, un richiamo inconscio ad una cosa che cerchiamo continuamente e rigettiamo intimamente.
Essere normali per alcuni vuol dire mediocrità, per altri significa non aver niente da chiedere alla vita, per altri ancora far parte di un immenso gregge senza anima e senza guida, eppure il normale ci rappresenta nella sua forma più vera.
Normalità non vuol dire schematicità e/o ripetitività, vuol dire vivere un quotidiano in modo straordinario senza proclami e ostentazioni verso l'esterno alla ricerca del riconoscimento, senza per questo cadere negli schemi di ripetizione continuativa che rendono ogni giorno uguale all'altro e rendono le nostre capacità creative ed emozionali incapaci di esprimersi in ogni attimo della vita.
Ragion per cui affermiamo che l'uomo normale è di per sè straordinario in ogni espressione del suo "Io" più vero, vi invitiamo perciò a riflettere sulle innumerevoli possibilità racchiuse dietro ogni viso che incontrate ogni giorno.....

5 commenti:

  1. la normalità è una cosa individuale...ci sono persone che uccidono una persona per vendetta e credono di essere normali...comunque sia per me l'uomo "normale" è quella persona che non si vergogna di quello che è...che non si preoccupi solo di quello che c'è all'esterno ma di vedere quello che ha dentro...

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  2. la normalità è solo un concetto astratto che niente ha a che vedere con la realtà del quotidiano, dove tutto e niente può essere definito normale. Il filtro attraverso il quale vediamo e giudichiamo sono i nostri occhi e il nostro vissuto, pertanto assolutamente soggettivo, relativo e unico. La parola normale per me è vuota di significato reale, se non nella sua parentela con la "norma" propriamente detta.

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  3. LA NORMALITA' E' UN DONO CHE CI HA ACCOLTO SIN DALLA NASCITA E CI ACCOMPAGNERA' X IL RESTO DELLA NOSTRA VITA.QUESTULTIMA E' STATA MESSA A DURA PROVA DA MESSAGGI ESTERNI DI XFEZIONISMO.INDUCENDOCI,FORSE,ALL'ANORMALITA?BEH!E' GIUNTO IL MOMENTO DI AFFIDARCI ALLA NOSTRA VERA ESSENZA CHE SA ACCOGLIERE OGNI DISAGIO FACENDOCI TROVARE LA STRADA GIUSTA X NOI E NN X LA MASSA.A BANDO QUINDI L'IDEA DEL SUXUOMO INVINCIBILE E BEN VENGA LA NOSTRA FORTUNA DI ESSERE NORMALMENTE UNICI ED IRRIPETIBILI.VI SEMBRA POCO? UN ABBRACCIO A TUTTI PIERA

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  4. ieri avevo scritto e quando stavo per spedire si è chiusa la pagina....dicevo che condivido le cose che ha scritto Annalisa e Piera,..."il giudizio è sempre soggettivo e l'essere umano è normalmente unico e irripetibile".Ogni uomo ha la sua storia, il suo vissuto, normale è tutto ciò che rientra nella norma, ma la norma di chi? Forse normale è coli che si muove negli atti della vita senza attirare troppo l'attenzione, senza mettersi molto in mostra , senza fare cose eclatanti o che fanno , forse normale è colui che vive i propri vissuti, le proprie emozioni e le proprie paure sottovoce, senza urlarli ai quattro venti...tutto quello che non rientra nei nostri schemi lo riteniamo diverso e spesso usaimo dire " mica è normale quello"...ma noi?
    ciao a tutti
    elisabetta

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  5. Leadership e normalità, connubio o antitesi?
    Chi è il leader?
    E’ colui che impone, che comanda? Non credo proprio, secondo me quello è il dittatore, colui che nega ci possano essere divergenze o difformità dal proprio pensiero, ed è costretto a “sopprimere” idee rivoluzionarie.
    Il vero leader è colui che coinvolge, indirizzando, canalizzando e valorizzando le energie dei singoli verso un fine comune.
    Il leader è l’essere normale,il più normale, colui che riesce a far percepire che un essere normale puo’ fare tante cose, anche le più difficili, colui che a persone normali come lui può dare la sensazione di poter essere leader a loro volta in ogni azione che compiono.
    Colui che riesce a valorizzare le capacità dei singoli non aspettandosi miracoli o cose impossibili, colui che riesce a fare grandi cose con l’aiuto di persone normali.
    Secondo me, quindi il vero leader è colui che è in grado di farsi trascinare, e non di trascinare .
    Per capire gli altri però è fondamentale una grande capacità di autoanalisi, è necessario conoscersi per conoscere gli altri per porsi in relazione con loro nella giusta maniera, in maniera trasparente ed onesta.
    La vera difficoltà del tutto è nel guardarsi, spesso si pensa di conoscersi, si preferisce vivere nelle poche certezze che si hanno piuttosto che cercare le proprie verità sconosciute e nascoste.
    E difficile avere anche il giusto grado di criticità nei confronti di se’ stessi senza far subentrare sensi di colpa.


    stefano

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